PROGRAMMA 2008-2012 C.S.I. CESENA
(Alcuni progetti di luciano morosi)
Carissimi associati e Presidenti delle Società sportive del Comitato territoriale del C.S.I. di Cesena. Ho accettato la candidatura di Presidente del Comitato C.S.I. di Cesena dietro sollecitazioni e inviti fattomi da molte Società sportive, nonché dal personale più vicino e collaborativo del nostro ente locale.
Premetto che la richiesta mi onora ma mi spaventa allo stesso tempo. Quello che posso assicurarVi è solo la mia totale disponibilità e impegno allo scopo di proseguire il magnifico lavoro fatto dai Presidenti e Consigli precedenti. Questo, forse, è facilitato dal fatto che proprio un mese fa ho completato il mio arco lavorativo ed ho raggiunto la pensione. Ciò significa che se dovessi essere eletto, gran parte del mio tempo ormai "libero" lo dedicherei a questa nuova attività.
Descrivere ora un programma dettagliato su quello che potrebbero essere le priorità di cui il nostro Comitato locale ha maggiormente bisogno, è un impresa un po' ardua. Io mi limiterò ad accennarne solo alcune molto sinteticamente:
- Potenziare le Commissioni Tecniche. E' necessario reclutare altri componenti che aiutino gli attuali operatori delle commissioni calcio 11, calcio 7, calcio 5, calcio femminile, calcio giovanile, pallavolo, pattinaggio, attività estiva, arbitri, disciplinare, giudicante, ecc. affinché ci sia più respiro per chi già opera e in più, perché ci siano anche più idee utili e necessarie a sciogliere nodi quali: imprevisti, contraddizioni, incomprensioni che inevitabilmente si incontrano durante il cammino lavorativo di ogni stagione. Per ottenere questo, è utile secondo me coinvolgere maggiormente le Società sportive responsabilizzandole sempre più anche in questo contesto. Come? Ecco, cerco di spiegarlo nel punto successivo.
- Incontri periodici tra Presidenza e Società sportive. Esiste quasi una spaccatura tra il "Palazzo" e le Società sportive e questo è molto grave. Il C.S.I. è prima di tutto: presidenti, allenatori, consiglieri di società, atleti, custodi dei campi, ecc. cioè tutti quegli operatori delle nostre Società sportive che svolgono la loro attività nel vasto comprensorio Cesenate. E poi, certo, anche gli arbitri, i giudici, i consiglieri, il Presidente, tutti gli operatori interni, ecc. Perciò non è possibile impostare nessuna attività sportiva senza passare prima dal diretto interessato e cioè la Società Sportiva nel suo complesso. Come? Andando sul territorio, ascoltando le necessità e le richieste che provengono dai singoli siti e ancora una volta insieme trovare la sintesi. Per fare questo è necessario programmare incontri magari a concentramenti nelle varie zone e avviare così un abituale confronto.
- Incontri periodici tra le Commissioni Tecniche e la Presidenza. Credo che per evitare alcune incomprensioni o equivoci che nascono inevitabilmente quando si lavora in un campo vasto come il nostro e a settori separati, sia necessario confrontarsi spesso e costantemente. La Presidenza deve essere capace di raccogliere le lamentele o le proposte di ogni singolo operatore per poi elaborarle e insieme trovare le soluzioni più congegnali ai problemi sorti di volta in volta non perdendo mai di vista le indicazioni generali o specifiche che il C.S.I. dà nel suo documento fondante che è "IL PATTO ASSOCIATIVO".
- Incontro periodico tra la Segreteria e la Presidenza. Secondo me la Segreteria è il cuore del nostro Comitato. E' il centro di smistamento di tutta la nostra attività. Si è fatto molto ultimamente per rendere questo servizio moderno e funzionale. Ma forse non si è fatto ancora abbastanza per coordinare meglio i tre operatori principali che sono i nostri impiegati. Suggerisco un confronto sistematico tra loro e la Presidenza del Comitato atto a stroncare sul nascere qualsiasi contrarietà o incomprensione al fine di operare sempre meglio dando efficienza, disponibilità, supporto alle esigenze dei nostri associati.
- Confronto e scambio di esperienze con i Comitati Limitrofi. Il C.S.I. è una grande famiglia e come tale ha bisogno di alimentare continuamente il rapporto tra i suoi componenti siano essi colleghi cittadini o comprensoriali, ma anche fratelli operanti di altre città o regioni, e ultimamente anche altre nazioni. Ecco la necessità dei convegni, dei raduni locali, regionali, nazionali e internazionali. Non c'è altro nella vita di più edificante di quello che rappresenta la ricchezza e la novità ricevute dalla esperienza altrui. E allora è importante, direi quasi fondamentale, scambiarsi queste esperienze concrete di lavoro svolte "sul pezzo" per arricchirci vicendevolmente e poterci così presentare ai nostri ragazzi il più possibile preparati e competenti.
- Insistere, perseverare, osare nel rapporto con le parrocchie. Questo argomento è molto sentito dalla nostra Associazione (il punto 3 del Patto associativo ne sottolinea l'alta dimensione), ma le difficoltà di vario genere che incontriamo nel rapportarci con i preti delle nostre parrocchie sono tali che a volte ci sembra di andare a scontrarci con una montagna quando proponiamo di completare la crescita di un bambino, di un adolescente, di un ragazzo anche con la pratica sportiva, non in antagonismo alla catechesi, ma complementare ad essa. Francamente non so cosa si possa proporre per abbattere questa diffidenza. Posso solo riportarvi una frase del nostro già vescovo di Cesena, monsignor Garavaglia che ci rivolse durante una udienza riservata alla presidenza del C.S.I. di Cesena quando ancora era nel pieno del suo carisma: "insistete, perseverate! Vedete, i nostri parroci, soprattutto quelli più attempati (e a Cesena l'età media dei sacerdoti credo sia di oltre 63 anni) hanno subito prove severe durante il loro sacerdozio e per loro non è facile fidarsi sempre e comunque dei laici. Tuttavia credo che lo sport sia un veicolo privilegiato per i giovani attraverso il quale è più facile arrivare al loro cuore". A dire il vero, riflettendo tra me e me, non saprei dare tutti i torti neppure al sacerdote più intransigente. Noi operatori sportivi del C.S.I. abbiamo veramente una coscienza cristiana del nostro servizio svolto all'interno dell'Associazione? Oppure anche qui vogliamo far prevalere la nostra convinzione personale? Quanti di noi hanno effettivamente una esperienza cristiana vissuta o quanto meno condivisa?
- Potenziare la cultura della formazione. Qui la partita si fa dura perché questo argomento disturba la nostra tranquillità, le nostre abitudini, il modo tutto personale di affrontare i problemi e ancora più personale quello di cercarne la soluzione. Se apparteniamo ad un Associazione come quella del C.S.I. non possiamo pensare di andare avanti solo con le nostre convinzioni, per quanto nobili e giuste possano sembrare, ma piuttosto di confrontare continuamente le nostre idee, le nostre scelte con la carta di riferimento culturale ed educativa per eccellenza che è il Patto Associativo. All'interno dei dieci punti che lo caratterizzano vi è tutta la identità del C.S.I e quindi la nostra identità. Possiamo al mattino partire da casa e svolgere qualsiasi nostra attività della giornata separandoci dalla nostra identità personale? Penso proprio di no. E così è per ciascun operatore, atleta, allenatore, dirigente, arbitro, presidente, consigliere del C.S.I.: non vi può essere nessuna azione se non ispirata, confrontata, direi quasi condizionata da queste dieci regole fondamentali. Ed ecco qui queste benedette 10 regole che rappresentano le nostra fondamenta, il nostro patrimonio e la nostra ricchezza, il nostro "credo". (vedi allegato- Patto Associativo).
Luciano Morosi