Di fronte ai recenti episodi di violenza fatti registrare nel primo turno del campionato di calcio il Csi ha il dovere di prendere posizione e fare sentire a tutti la sua voce autorevole,come associazione di ispirazione cristiana che si batte da sempre per la promozione dello sport sociale,lo sport per tutti,senza alcuna discriminazione.
Non ha tardato infatti ad intervenire in merito il Presidente nazionale del Csi,Massimo Achini, il quale ha sottolineato come non si possa andare avanti così e nemmeno rassegnarsi davanti al ripetersi continuo di questi episodi,avendo l'obbligo di sconfiggere la violenza negli stadi,pena la morte del sistema calcistico italiano.
La ricetta,secondo Achini,è già stata sperimentata, e con successo da altri paesi,come l'Inghilterra che ha messo fine definitiva- mente alle risse e alle devastazioni continue degli hooligans e consentito alle famiglie e ai bambini di recarsi allo stadio in tutta tranquillità e vedere le partite della Premier League in campi di gioco privi di reti di recinzione.
Da un lato occorrono per il Presidente nazionale del Csi leggi chiare,che vengano applicate in modo certo:gli autori di tali azioni devono essere identificati,condannati subito ed allontanati dagli stadi; una linea di ragionevole fermezza deve essere mantenuta sempre, con continuità e non saltuariamente o in certi momenti di particolare gravità.
Per sconfiggere la violenza però non bastano le leggi,è necessario inoltre mettere in atto una grande opera educativa e tutti gli attori sportivi,dal Governo al Coni,dalle società professionistiche alla scuola e alle agenzie educative(tra cui il Csi),devono mettersi attorno ad un tavolo ed elaborare un piano almeno quinquennale allo scopo di diffondere una nuova cultura dello sport,agendo tra i giovani,nelle scuole,nelle società sportive locali,nelle curve degli ultras.
Serve poi,continua nel suo ragionamento Achini,anche un forte coinvolgimento degli oratori e delle scuole,per far tornare i bambini ed i ragazzi allo stadio:alcuni club professionistici lo stanno già facendo.
Siamo tutti d'accordo a parole,ma la sensazione è che questa azione educativa interessi solo pochi:un esempio viene dal fatto che sposare tale linea significa sostenere le migliaia di società sportive dilettantistiche esistenti in Italia e stanziare risorse rilevanti per promuovere i valori sportivi(nel nostro paese invece si spendono cifre folli per rifare i tornelli negli stadi e si fatica a trovare qualche misero finanziamento per lo sport di base.