Quando ricorre un compleanno, tutta la famiglia, i parenti più stretti e gli amici del festeggiato si ritrovano insieme a far festa: si vuole sottolineare con la partecipazione e qualche regalo l'importanza che ha per noi quella persona.
Qui, stasera, non festeggiamo l'anniversario di una persona, ma di una Associazione di persone che è il Centro Sportivo Italiano di Cesena, cioè tutti noi. E' la nostra festa! E vogliamo esternare con la nostra partecipazione, la stima, l'amicizia, la gratitudine gli uni verso gli altri.
Quando 60 anni fa, persone lungimiranti quali Oddone Pezzi e Samuele Andreucci si adoperarono per formare anche a Cesena il Comitato territoriale del C.S.I. nazionale, fu come posare i primi mattoni di una casa che con il passare del tempo sarebbe diventata sempre più grande, sempre più bella e ancora, sempre più abitata.
Quella casa ora è la nostra, quella famiglia siamo noi. Abbiamo il dovere di mantenerla bene, in ordine e, se possibile, ingrandirla e abbellirla, affinchè un maggior numero di persone possano goderne l'accoglienza, il calore, l'amicizia, l'aggregazione che essa, per antonomasia, emana.
In questi 60 anni, quante persone sono passate per i corridoi e le stanze di questa casa! Uomini e donne che si sono spesi per fare funzionare una macchina grande e complessa come quella di un Comitato Provinciale. Elencarli tutti, ora sarebbe impossibile.
Tuttavia un cenno ad avvenimenti e persone che hanno più incisivamente contribuito a consolidare e rafforzare il nostro Comitato è doveroso farlo.
Inizierei con i primi due Presidenti territoriali. Dal 1948 al 1950, il primo Presidente del C.S.I. di Cesena fu l'architetto Oddone Pezzi seguito dall'onorevole Samuele Andreucci che ne rilevò la carica per ben 12 anni: dal 1950 al 1962.
Queste due persone possiamo definirle i pionieri e fondatori del nostro Comitato, che vedeva svolgere, nel suo primo periodo di vita, diverse attività sportive: pallacanestro, ciclismo, calcio, corse campestri, gare di marcia. Ma, l'attività più originale che si faceva a quei tempi era rappresentata dagli "automotoraduni".
Tali raduni erano occasione d'incontro tra atleti tesserati partecipanti alla vita del C.S.I., amici conoscenti i quali passavano alcune ore della giornata in allegria e serenità d'animo in località quasi sempre collinari o di montagna, dove lo sport veniva concepito non sulla base di un esasperato tecnicismo o agonismo, ma come momento di amicizia e armonia tra gli atleti.
E spesso gli abitanti delle località prescelte venivano coinvolti in queste feste familiari fino al punto di partecipare anch'essi alle gare previste: potevano essere corse ciclistiche, corse campestri, giochi di società o altro, ma tutto si svolgeva in un clima di sano e vero divertimento.
Possiamo perciò dire che Il C.S.I. nasce sì sotto il patrocinio dell'Azione Cattolica, ma trova le sue radici più profonde in quelle iniziative popolari, ricreative e culturali, favorite ed incoraggiate dai cattolici fin dai primordi del 1900. Testimonianza viva ed efficace a Cesena rimane a tal riguardo l'opera di Mons. Lugaresi, il fondatore dell' Istituto che ospita l'attuale sede del C.S.I..
Nei primi anni si sono avvicendati nel nostro Comitato diversi consulenti ecclesiastici: Don Primo Brighi, Don Federico Mortani e Don Ezio Casadei.
Gli anni che vanno dal 1959 al 1969 si possono definire gli "anni del consolidamento" e questo lasso di tempo fa registrare ben tre cambi al vertice dell'Associazione Cesenate: dall'on. Andreucci Samuele al rag. Garaffoni Adriano, sostituito nel 1966 (perché passato alla presidenza dell'Azione Cattolica su incarico del vescovo), dal rag. Manuzzi Gilberto.
Era un periodo in cui occorreva adeguarsi alla realtà regionale e nazionale emergente, cercando di mettere alle spalle un modello di comportamento e di conduzione legati alla fase pionieristica. Anni perciò difficili, in cui si soffriva di una crisi che potremmo definire di "non identità", forse di "interpretazione", di un nuovo modo di porsi di fronte alla società.
Si perdette man mano la tradizione antica degli automotoraduni e prese corpo una diversa e significativa situazione: da un Centro Sportivo Italiano composto in maggior parte da società cittadine, ad un C.S.I. formato da associazioni periferiche appartenenti ad un vasto territorio.
L'attività si allargò allora a campi sempre più estesi, per investire in maniera più organica settori prima abbozzati quali l'atletica, la pallavolo, la pallacanestro e il calcio. Contemporaneamente questo però comportò l'esigenza di avere più operatori all'interno del C.S.I. che fino a quei momenti poggiava quasi interamente sul Segretario Generale Vittorio Savoia.
Fu Gianfranco Valentini, sotto la Presidenza di Gilberto Manuzzi, che nel triennio "66-69" portando persone nuove all'interno del Comitato, cambiò profondamente la realtà del Comitato stesso. Si allargò la base decisionale dando il diritto di voto ai nuovi entrati e si costituì nel 1968 il Gruppo Arbitri di Calcio divenuto oggi l'orgoglio dell' Ente Cesenate. Erano dieci i primi arbitri che formavano il G.A.C..
Tuttavia, gli anni successivi, gli anni "70", hanno segnato per il Centro Sportivo Italiano, un momento abbastanza delicato. La parziale carenza di dirigenti e animatori, dovuta al rinnovamento in atto della chiesa post-conciliare e conseguentemente nel vasto arco del mondo cattolico comportò un momento di difficoltà. L' Azione Cattolica cesenate sospese le attività; le società affiliate da sempre partecipi alla vita del C.S.I., in mancanza di sostegni e guide, vennero sorrette dalla passione e dedizione di persone volenterose.
Ben presto però il Centro Sportivo Italiano riesce a superare il proprio travaglio ponendosi, nei confronti della realtà sportiva che lo circonda, in una luce più moderna e coerente ai tempi nuovi: non più Associazione "cristiana", ma di "ispirazione cristiana", aperta cioè ai nuovi fermenti della nostra società, senza per questo abbandonare la sua matrice e identità culturale.
La base incomincia ad appropriarsi del concetto che il C.S.I. già da anni cerca di promuovere: lo sport sociale, lo sport praticato da tutti senza alcuna distinzione o discriminazione, aperto ai meno dotati o scarsamente idonei alla pratica sportiva, come pure a quelli più portati.
Si va facendo strada una mentalità ampiamente positiva che considera lo sport un diritto che ogni cittadino può rivendicare come proprio e un dovere che gli enti, le associazioni e le amministrazioni pubbliche sono chiamati ad espletare.
In quegli anni il C.S.I. si fa pioniere di alcune attività promozionali che a Cesena e nel comprensorio avevano allora scarsa risonanza: la pallavolo, il nuoto e lo sci. Fu grazie all'azione determinante di alcuni operatori del nostro Comitato come la prof.ssa Derna Fantini e il prof. Alberto Mengarelli che le discipline sopramenzionate riuscirono a decollare e a raggiungere livelli sempre più alti fino a diventare di fatto attività federali.
Un'altra felice intuizione di quel periodo fu la nascita dei corsi di nuoto al mare, durante il periodo estivo, che permise a tanti ragazzi e ragazze di accostarsi ad una disciplina affascinante e impegnativa svolta però in un clima di amicizia e autentica fraternità.
Figura carismatica della trasformazione del C.S.I. Cesenate e personaggio conosciuto da coloro che operavano nell'ambito sportivo della nostra città fu Gianfranco Valentini il quale, lavorando ininterrottamente per due mandati nella veste di Presidente di Comitato, portò veramente il C.S.I. di Cesena a livelli alti e soprattutto diede al nostro Ente un volto nuovo, ben rispondente alle aspettative e necessità del territorio.
Desidero ricordare anche i consulenti ecclesiastici di quel periodo: Don Giorgio Gasperoni , (dal 1974 al 1975) e Don Guido Rossi, (dal 1976 al 1988).
Con le presidenze del prof. Alberto Mengarelli (dal 1979 al 1983) e di Gianfranco Valentini (dal 1983 al 1988), entriamo direttamente nel periodo degli anni "80" che possiamo definire di "qualificazione culturale" dello sport.
La pratica sportiva infatti è diventata costume di vita, una mentalità diffusa in ogni strato sociale, per cui l'idea dello sport per tutti e di tutti si sta concretamente realizzando.
Il C.S.I. si è posto anche il problema di dare uno spessore culturale a questa trasformazione, individuando nel compito educativo l'obbligo primario per gli operatori sportivi. Pertanto si è incominciato a curare particolarmente la formazione dei dirigenti di società, ben sapendo che non basta fare solo e comunque dello sport, ma che è molto più importante viverlo nel modo giusto ed esserne consapevoli, darsi una struttura societaria solida ed organizzata, dibattere al proprio interno le scelte fondamentali associative per crescere e maturare continuamente.
Un'altra caratteristica del Centro Sportivo Italiano negli anni "80" va individuata nella sottolineatura della centralità dell'uomo, le cui esigenze e necessità sono state sempre considerate in primo piano, al di là dei risultati tecnici, delle classifiche e dei premi. L'uomo, i suoi bisogni, le sue aspirazioni, hanno costituito il perno essenziale attorno al quale è ruotata ogni scelta e iniziativa dell'Associazione. Per questo il nostro Comitato risulta in quegl'anni profondamente mutato nella struttura: Il vertice infatti è costituito interamente dai rappresentanti di Società Sportive e gli organi direttivi si ritrovano nelle migliori condizioni per lavorare con la base.
Tale visione dello sport ha fatto si che il C.S.I. di Cesena allargasse la già vasta attività sportiva contribuendo così a far crescere discipline, considerate a torto minori, quali gli scacchi, il pattinaggio, il tennis tavolo, il baseball e recuperando specialità ampiamente diffuse a livello federale, come la pallavolo e la pallacanestro.
Nel 1988 si chiude l'era di Gianfranco Valentini e con lui, si chiude l'era pionieristica e storica del C.S.I. di Cesena. Intendo dire che i primi 40 anni della nostra Associazione ci ha visti protagonisti di tante iniziative sportive, culturali, aggregative, svolte però in una tale precarietà di impianti e di difficili condizioni economiche, rispetto a quelle delle varie federazioni, da farci apparire come i parenti poveri tra gli enti preposti alla diffusione e sviluppo dello sport in Italia. Ho detto volutamente: "farci apparire come parenti poveri ", perché in realtà noi non eravamo affatto più poveri degli altri nel proporre e nell'organizzare il nostro sport, anzi, pur non godendo delle enormi possibilità organizzative ed economiche di cui disponevano le varie federazioni sportive, eravamo ugualmente capaci di coinvolgere centinaia di migliaia di ragazzi e addirittura venivamo "copiati" nelle nostre idee dalle federazioni: vedi ad esempio il "gioca sport" o Il "gioco della gioventù" ideati e realizzati per primi dal C.S.I. nazionale.
Ora i tempi sono decisamente cambiati. Il nostro territorio, grazie all'impegno continuo e commovente delle varie Società Sportive e anche alla sensibilità delle amministrazioni pubbliche, dispone di numerosi ed efficienti impianti sportivi: dai campi di calcio bellissimi, alle palestre polivalenti, dalle piscine ai palazzetti dello sport, dai campi di atletica ai parchi naturali, tutto è a disposizione della cittadinanza per poter svolgere qualsiasi attività sportiva, agonistica e non.
Il C.S.I. di Cesena ha fatto certamente la sua parte. Possiamo dire che è stato uno dei promotori di questo cambiamento. Come? Organizzando campionati e tornei sempre più belli e affascinanti, migliorando la qualità del suo servizio sia nel settore amministrativo che in quello tecnico, aprendosi soprattutto a quelle fasce di ragazzi e adulti che non avrebbero avuto in altre sedi alcuna possibilità di praticare uno sport, stimolando le amministrazioni locali alla costruzione di nuovi impianti sportivi. Insomma, assumendo quel ruolo di protagonista, nel campo della promozione sportiva, che gli è proprio. E questo affidandosi sempre ad operatori competenti e qualificati.
Come non ricordare a tal riguardo l'enorme lavoro svolto, in questo ultimo ventennio, dai nostri Presidenti Territoriali, dalle nostre Commissioni tecniche, dalla nostra Segreteria, dal nostro Gruppo Arbitri, tesi sempre a migliorarsi, a trovare soluzioni più consone alle esigenze delle Società Sportive e quindi del territorio.
Dopo Gianfranco Valentini divenne responsabile del Comitato di Cesena Massimo Danesi. La sua Presidenza è stata caratterizzata da alcuni eventi veramente straordinari. Basti ricordare le due feste nazionali, "Sport Festa", del 1990 e del 1991 organizzate in quel di Cesenatico con la partecipazione, in ciascuna edizione, di circa 3000 atleti provenienti da tutta Italia. La realizzazione di un libro dedicato a papa Giovanni Paolo II: "LA PARTITA DELLA VITA" (lo sport nelle parole del Papa) in collaborazione dell'allora e attuale consulente ecclesiastico Don Giovanni Savini e Jaroslaw Cielek, corrispondente dal Vaticano per la televisione Polacca "Polsat".
E poi una serie di trasmissioni televisive (prodotte per quattro anni) dove era possibile seguire settimanalmente gli avvenimenti più importanti riguardanti le nostre attività sportive e negli ultimi due anni anche alcuni suggerimenti dell'allora responsabile della formazione.
Ma forse l'aspetto più importante che va sottolineato durante gli anni "90" è il modo nuovo con cui il C.S.I. di Cesena ha saputo proporre i vari campionati di calcio grazie all'intuito e all'intelligenza dell'allora Coordinatore tecnico e tutt'ora Direttore dell'Area Tecnica Mauro Armuzzi. Parallelamente vi è stata anche una rilevante opera di formazione e crescita nell'ambito del Gruppo Arbitri di Calcio. Questi due ingredienti hanno prodotto immediatamente risultati assai gratificanti: le società di calcio sono passate da 30 ad 81 e gli arbitri di calcio da circa 25 a oltre 80 unità.
Erano anche gli anni in cui il C.S.I di Cesena era chiamato a gestire importanti tornei di calcio estivi, (in quel periodo molto diffusi sul nostro territorio), riscuotendo sempre apprezzamento e consenso.
Ne cito solo alcuni per rendere appieno l'idea: Torneo notturno di calcio di "S. Marino", "Cesenatico", "Forlimpopoli", "Borello", "Mercato Saraceno", "Sarsina", "S. Maria Nuova", "S. Egidio", "Gambettola", "Predappio", "Dovadola" e altri ancora.
Inoltre, i nostri arbitri erano chiamati spesso a dirigere partite, sì amichevoli, ma di grande prestigio tra Società calcistiche professionistiche quali: Cesena, Ravenna, Rimini, Bologna, Dinamo di Kiev, VanCouver e altre ancora. A volte addirittura anche tra squadre locali e nazionali come ad es.: A.C. Cesena e Nazionale Italiana Militare, oppure tra S. Sofia e Nazionale Emirati Arabi.
Tutto questo ha contribuito a migliorare la visibilità del nostro Comitato portandolo a livelli sempre più alti non soltanto dal punto di vista della gestione di avvenimenti sportivi, ma anche di quello manageriale proponendosi, quasi come una piccola azienda, nel ruolo capace di dare risposte concrete alle domande sempre più incalzanti del territorio. E questo grazie a persone motivate, disponibili, competenti e generose.
Anche oggi, per fortuna è così e il nostro Comitato è ancora ricco di tante persone per bene. Una per tutte, l'attuale vice Presidente Vicario e Amministratore Alessandro Santini. E' difficile per me trovare le parole per descrivere l'abnegazione, la meticolosità, le capacità di Alessandro. Posso semplicemente dire che per me è stato ed è tutt'ora una colonna portante del nostro Comitato. Lui veramente ha incarnato perfettamente il ruolo del dirigente del C.S.I. e se adesso io rappresento (anche se indegnamente) il nostro Comitato, lo devo soprattutto al sostegno e alla collaborazione di persone generose e fattive come Alessandro Santini.
Desidero ricordare di lui soprattutto la sua Presidenza che, protrattasi per due mandati dopo quella di Danesi, è stata caratterizzata da diversi importanti cambiamenti. Forse il più significativo è quello di avere perfezionato lo schema operativo della nostra segreteria.
Perciò oggi il lavoro svolto nel cuore del nostro Comitato, portato avanti da tre impiegati in orari differenziati e supportati da una moderna struttura informatica, consente di offrire al pubblico, quindi anche alle Società Sportive, un servizio altamente qualificato, rapido ed efficiente. Pertanto, il C.S.I. di Cesena, pur risultando medio - piccolo nel vasto panorama nazionale, ha saputo tenere il passo di altri Comitati più grandi ed attrezzati.
Oltre a questo bel risultato, voglio anche ricordare come Santini abbia incrementato il numero dei tesserati introducendo altre attività, quali i circoli ricreativi (ne sono stati avviati una dozzina sul nostro comprensorio) e l'attività di nuoto estiva al mare, supportato nel primo caso dalla competenza giuridica - fiscale di Guido Folesani e nel secondo caso dall'esperienza del Prof. Giovanni Boschi.
Tutto questo senza mai trascurare la cura e la meticolosità con cui amministra l'economia generale del nostro Comitato che è stata ed è tutt'ora la sua principale funzione.
Ora tutto questo patrimonio di persone, di risultati, di materiale è da mantenere e, se possibile, incrementare. Io non mi sottraggo all'impegno che mi sono assunto, ma ho bisogno della vostra fattiva collaborazione e del vostro aiuto.
Un Comitato del C.S.I. non vive tanto per il contributo di un Presidente, ma per l'impegno forte, continuo, convinto di ciascun componente: dalle Società Sportive, (cellula base della nostra Associazione), alle Commissioni Tecniche e Disciplinari, dagli Allenatori agli Atleti, dagli Arbitri al Giudice Unico, Dagli impiegati ai Custodi delle strutture sportive; tutti sono chiamati a dare il meglio di se.
In questi 60 anni, a Cesena, secondo me, questo è accaduto: Facciamo in modo che possa continuare ad accadere. Grazie.