Ancora una volta dobbiamo stigmatizzare un episodio di violenza perpetrato ai danni di un nostro arbitro di calcio.
Durante una gara in programma in questo fine settimana un giocatore ha compiuto una proditoria e del tutto gratuita aggressione nei confronti dell'arbitro, tanto che lo stesso č dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso.
Fare sport in generale ed in particolare fare sport amatoriale con il C.S.I. deve significare dare spazio al divertimento autentico, alla crescita fisica e morale, al rispetto delle regole, al rispetto delle persone che a qualsiasi titolo sono coinvolte in una gara sportiva.
Quante volte ripetiamo queste cose nelle riunioni con i Dirigenti di Societā e nei nostri comunicati !!!!
Eppure c'č qualcuno che non ha ancora capito nulla di tutto questo.
Nella circostanza, vicini al nostro arbitro con la massima stima e solidarietā, auspichiamo che gli organi competenti prendano adeguati provvedimenti disciplinari a carico del responsabile del fatto. L'arbitro inoltre č autorizzato ad agire per vie legali ove lo ritenga opportuno.
Ma questo messaggio di rabbia e di sconforto non si deve fermare qui, deve arrivare direttamente a tutte le nostre Societā, a tutti i Dirigenti.
Siamo sicuri che questo deprecabile fatto sia solo colpa dell'atleta oppure poteva essere prevenuto da un rapporto forte ed educativo fra Allenatore, Dirigenti e giocatori ? Facciamo arrivare ai nostri tesserati ed atleti i valori del C.S.I. o siamo solo emuli dei personaggi che ci fanno vedere i mass-media ?
Ci sentiamo dentro l'appartenenza al C.S.I.?
Facciamo un momento di riflessione e un esame di coscienza.
La Presidenza C.S.I. Cesena